Commosso saluto ad un grande amico e ad un grande sportivo
Erano in tanti, nella parrocchiale di San Nicolò, a portare l’estremo saluto ad un pontremolese della diaspora, Giorgio Balestracci, nei fatti fiorentino d’adozione, ineluttabilmente uomo della sua terra che raggiungeva in ogni momento libero per respirarne e gustarne sapori mai consapevolmente trascurati. Una storia, la sua, segnata dalla presenza nelle vicende del calcio pontremolese in un modo così importante da rappresentare una vera e propria svolta per la nostra Società calcistica. Certo, è una storia già scritta che merita, però, di essere ribadita. È il 1990, quando, dopo una serie di deludenti prestazioni nel torneo di Seconda categoria, i vertici della Pontremolese, in primis il presidentissimo Italo Landi, seguito a ruota dal mister Pasquino Tarantola, decidono di passare la mano. L’uomo nuovo della situazione diventa quel Giorgio Balestracci che non aveva mai smesso di coltivare la sua passione per i colori azzurri nonostante l’inevitabile lontananza. Il compito è di quelli più improbi perché la Pontremolese è basata sul teorema per il quale la squadra deve essere composta di soli giocatori locali, con qualche minima concessione per atleti dei comuni viciniori! Intenzione che aveva dato risultati importanti, ma mai aveva portato ad uscire dall’ambito delle categorie. Balestracci per un anno si adegua, però, dopo l’ennesima delusione cocente della stagione 1990/91, prima recupera un altro Giorgio, quel Gabelloni che in passato aveva avuto il merito di aprire ad un qualche sogno, poi, contravvenendo alla tradizione, inserisce nel nutrito lotto della pattuglia nostrana tre “stranieri”, Pezzica, Pisi e Menchini. La stagione 1991/92 diventa, del tutto involontariamente, l’imprevedibile trampolino di lancio di una squadra che tutto aveva messo in programma meno che il passaggio di categoria: si torna così in Prima. Il torneo a seguire, improntato da una cospicuo rinnovamento delle fila degli atleti locali, viene affrontato con una nuova pedina “straniera”, Segalini, a pilotare la squadra. Per quanto siano disponibili ben tre promozioni nel campionato superiore, nessuno azzarda pensare che un altro sogno possa realizzarsi nell’immediato. I due “Giorgio”, però, spronano la squadra alla conquista della terza piazza nel torneo: è Promozione dopo qualcosa come quarant’anni. Quanto accadrà da quel momento – con la Pontremolese a rappresentare ai livelli più alti del calcio dilettantistico l’intera Lunigiana – fa parte della storia anche di oggi. A distanza di anni, resta il rapporto, soprattutto affettivo, instaurato tra Balestracci e la Pontremolese, segnato da una lunga serie di sacrifici personali, tanto da doversi interrompere di fatto un paio di anni dopo. Qualunque avrà ad essere il futuro, di certo, ritornando sulle vicende della Pontremolese per completare una storia ampiamente narrata, non si potrà prescindere dagli eventi dei primi anni ‘90 che, grazie a Giorgio Balestracci e ai suoi collaboratori, hanno fatto scrivere pagine allora impensabili, oggi riferimenti ineliminabili per quantificare la gratitudine della Pontremoli sportiva, e non solo, ad un uomo che con il suo coraggio ha innalzato oltre l’imprevedibile la nostra antica bandiera. E il nostro affetto resta immutato, ieri come oggi, da offrire ai suoi familiari perché ne facciano tesoro, nella consapevolezza che il contributo di Giorgio e il suo amore per Pontremoli non saranno dimenticati. (lb)