Il concerto in Duomo del Duo Organistico Maurelli

Pontremoli. Si è rinnovato anche quest’anno l’atteso appuntamento di mezza estate

33MaurelliPer ferragosto da anni danno concerto d’organo nella cattedrale di Pontremoli i fratelli gemelli Francesco e Piergino Maurelli, organisti della stessa chiesa e altre chiese, maestri della “Corale Santa Cecilia”. Hanno costruito un curriculum di titoli ed esibizioni importante, quasi identico per i due maestri che si dedicano alla musica con passione, studio e con anche qualche sacrificio.
Sono diplomati in Organo e Composizione Organistica presso il Conservatorio “A. Boito” di Parma sotto la guida di Claudia Termini. Si sono perfezionati presso l’Accademia di Musica Italiana per Organo di Pistoia, lavorando su composizioni di organisti europei. Classificati in vari concorsi, con risultati molto brillanti hanno conseguito il Diploma Accademico di II Livello presso il Conservatorio “G.Puccini” della Spezia. Molti i concerti tenuti anche all’estero, acquisendo una bella sensibilità interpretativa della musica classica, romantica, dodecafonica. Il programma del 15 agosto ha entusiasmato i moltissimi ascoltatori che hanno applaudito a lungo con viva partecipazione.
Le interpretazioni hanno preso il via con Toccata, Adagio e Fuga in Do maggiore di Johann Sebastian Bach; all’organo Piergino ha rivelato ottima padronanza dello strumento alla tastiera e al pedale, ha saputo rendere quella conversazione sui suoni propria di quelle forme musicali che danno al linguaggio musicale una struttura simile al linguaggio parlato. Ai due organi disponibili nella chiesa i Maurelli hanno fatto risuonare il Concerto in Sol maggiore di Pedro Josè Blanco, poi è venuto l’Andante in Fa maggiore di Mozart suonato da Francesco, la Toccata dalla V Sinfonia del virtuosista francese Charles Marie Widor, suonata da Piergino. E ancora, a quattro mani, un brioso Adagio per orologio meccanico di Beethoven e Fanfare di Jaques Nicolas Lemmens, brano scelto da Francesco.
I prolungati applausi hanno fatto aggiungere, suonato a quattro mani, la nota cavatina dalla Ouverture de “Il Barbiere di Siviglia”, che è stato anche un omaggio a Gioacchino Rossini a 150 dalla morte del grande pesarese. La musica è voce universale dell’umanità, educa e fa riflettere per arrivare a superare le angustie mentali del provincialismo oggi purtroppo tornato a far rumore nelle piazze e nei social network con i loro marchingegni della comunicazione digitale.
I ringraziamenti del parroco padre Dario, del musicologo Gianni Beschizza erano per la qualità del dono e anche per il messaggio intrinseco che viene dalla musica.

(m.l.s.)