Continua la tensione politica nelle file della maggioranza. Al “dissidente” Plicanti resta la carica da assessore ma la situazione in casa Pd è ancora bollente. Intanto la Lega definisce la situazione “farsesca ed irreale”.
Sul momento politico-amministrativo del Comune di Fivizzano, che a definire molto animato pare un eufemismo, interviene anche la Lega locale con un documento a firma di Mauro Boni, molto “distaccato, incredulo” rispetto alle reali intenzioni dei componenti della “agitata” maggioranza. Viene definita “farsesca la situazione, perché nessuno vuole una crisi ad un anno dalle elezioni… Se questa fosse stata la volontà dei firmatari (Plicanti, Dominici, Ferrari) delle due mozioni – è sempre la Lega a dirlo -, avrebbero presentato un atto di sfiducia al Sindaco o sarebbero passati all’opposizione. Cosa che non è avvenuta”. Da qui l’invito alle minoranze a “tenersi alla larga”. Delle due mozioni, che sollevavano, fra le altre, problematiche collegate alla viabilità, alla Don Gnocchi, al servizio del 118, abbiamo riferito nel numero precedente. Certamente una crisi, ora, non sarebbe capita e non porterebbe che danni alla comunità, vanificando quelle realizzazioni che il Sindaco ha elencato come possibili in una nota apparsa sul sito del Comune. Non poche e sicuramente utili, ma, forse, non frutto di un confronto nelle sedi istituzionali o di partito, come qualcuno rimprovera a Grassi, accusato, spesso, di poca collegialità ed, ora, di un tentativo tardivo di recupero.
Ma a frapporsi al ripristino di una auspicata – da molti – concordia è intervenuta la decisione del Sindaco di revocare la funzione di vicesindaco, ma non la delega di assessore all’Urbanistica, a Massimiliano Plicanti, per assegnarla a Nanni Poleschi. Cosa succederà ora? Plicanti manterrà l’assessorato e continuerà nella sua azione di denuncia e di indicazione dei problemi da affrontare, magari utilizzando, per risolverli, l’avanzo accumulato? Ora dovrebbe farlo più che mai e a maggior ragione, a parere di molti. E il Sindaco, si sente anche dire, non è stato troppo precipitoso nel prendere quella decisione? Non sarebbe stato opportuno che il Pd dedicasse qualche riflessione alla questione, venendo coinvolto nelle varie scelte? Un’azione verso una ricomposizione amministrativa, passando sopra i diversi “mal di pancia”, non avrebbe reso merito ai contendenti, “appartenendo” tutti al PD? Non sarebbe il caso, si sente dire fra gli iscritti “democratici”, che il segretario comunale Piero Bardi prendesse in mano la situazione e, magari, pensasse a un incontro programmatico, oltre che politico, che coinvolgesse i suoi militanti? Di interrogativi ne vengono posti anche altri e, quando sono tanti, vuol dire che qualcosa non gira per il verso giusto. A.F.