Mons. Santucci ha parlato con i giornalisti del rinvio a giudizio
Nel corso di un incontro con i capi redattori della stampa locale il vescovo Giovanni ha rotto il silenzio rispetto alla vicenda giudiziaria che lo vedrà imputato il prossimo 13 giugno a Massa. “Solo la verità è liberante – ha esordito – e in questa storia mi sono sentito tirato dentro: sono qui non per nascondere le difficoltà ma perché è venuto il momento di dire che le accuse che mi sono state rivolte sono completamente infondate e false”. Non usa mezzi termini mons. Santucci quando parla del procedimento giudiziario che lo coinvolge, soprattutto da quando nelle cronache è scoppiato il “caso don Euro”.
Una vera e propria “tempesta mediatica”, con interventi frequenti e pesanti sui mezzi di informazione, che hanno attaccato la figura del pastore della diocesi apuana. Il vescovo si è presentato sereno all’incontro coi giornalisti e ha ripercorso l’intera vicenda per gettare una luce rispetto a tutto quello che è emerso in questi mesi tormentati. Ha ricordato che, all’indomani della pubblicazione dei materiali relativi alla condotta di Luca Morini, l’ex sacerdote è stato subito allontanato dalla parrocchia di Caniparola dove prestava servizio, dimettendolo da ogni incarico pastorale con un intento precauzionale.
Parallelamente, è iniziata un’indagine preventiva da parte del Tribunale Ecclesiastico Regionale per accertare le sue responsabilità dal punto di vista canonico. Stando questa situazione, è poi intervenuto il video delle “Iene” che ha avuto un effetto dirompente rispetto all’opinione pubblica, anche a livello nazionale. Per alterne vicende si è arrivati poi all’intervento della Procura di Massa che prima ha aperto le indagini nel gennaio 2016, poi ha richiesto per mons. Santucci il rinvio a giudizio, accolto dal giudice per l’udienza preliminare lo scorso 5 aprile.
All’incontro con la stampa era presente anche il legale del vescovo Giovanni, l’avvocato Adriano Martini, che si era già espresso in merito parlando di decisione totalmente errata e di accuse infondate. Riguardo, infatti, al denaro (1.000 euro) consegnato dal vescovo Santucci a Morini, si tratta di fondi di cui il vescovo aveva piena disponibilità, perché pertinenti ad un conto interno alla Curia vescovile e disposto proprio per aiutare i sacerdoti in necessità.
“Il vescovo è padre e fratello dei propri preti”, ha ricordato monsignor Santucci, sostenendo che quello della assistenza materiale per i sacerdoti in difficoltà è un preciso dovere canonico. Lui stesso ha portato ad esempio diverse situazioni in cui, anche in questo momento, sta aiutando preti nel bisogno.
“Certamente Morini ha commesso degli errori nel suo percorso – ha affermato il vescovo – perché persona debole e fragile, ma non è tollerabile un accanimento e un giustizialismo fine a se stesso, come quello che abbiamo visto”
Per quanto riguarda invece il secondo reato contestato, secondo la Procura il vescovo avrebbe fatto pressioni sulla compagnia assicurativa per attribuire una maggiore indennità all’ex sacerdote. In realtà, ha spiegato monsignor Santucci, è stato soltanto segnalato all’Istituto Sostentamento del Clero l’aggravarsi della situazione di salute di Morini, per gli adempimenti del caso.
Rispetto infine all’abitazione dove attualmente l’ex sacerdote risiede, il vescovo ha parlato di una opportunità che si era presentata all’epoca, per cui l’acquisto della casa è stato effettuato nell’ottica di un bene che comunque rimarrà a disposizione della Diocesi, a scapito del pagamento di un affitto comunque oneroso.
Si tratta di una vicenda che sta mettendo a dura prova mons. Santucci, giunto in diocesi nel 2010. Per questo motivo i giornalisti hanno chiesto al presule se avesse pensato alle dimissioni, magari anche per essere più libero in sede processuale. La risposta del vescovo è stata perentoria: una dimissione equivarrebbe ad una vittoria delle falsità e delle insinuazioni a danno della verità dei fatti accaduti.
Al termine dell’incontro, il vescovo Giovanni ha auspicato uno stile nuovo per una informazione capace di raccontare il bene e il bello che ci circonda.