Tutti i comuni lunigianesi registrano risultati sopra il 60%. Più bassi i dati nei comuni di Costa che infatti fanno scendere il risultato provinciale a circa il 40%. A Filattiera (73,78%) la palma del comune più “riciclone” ma resta ancora alta l’emergenza per l’abbandono dei rifiuti.

è innegabile, il tema della raccolta dei rifiuti, e soprattutto quella differenziata, è un argomento che deve rappresentare una delle riflessioni cardine per chi amministra un territorio, per cercare di lasciarlo il più vivibile possibile alle generazioni neanche troppo future. Perché la nostra società continua a produrre un’incredibile quantità di rifiuti e se non vogliano rischiare di esserne sepolti (invece che dalla proverbiale risata) bisogna agire al più presto.
In questo senso sono davvero positivi i dati 2016 sulla raccolta differenziata nel nostro territorio, con una percentuale provinciale del (39,91%), numeri davvero confortanti specie pensando che solo due anni prima, nel 2014, la provincia apuana aveva differenziato solo il 33% dei rifiuti. Una fotografia che si presenta particolarmente positiva per la Lunigiana (con tutti i comuni sopra il 60% di differenziata) che proprio nel gennaio 2016 ha dato il via, in maniera quasi complessiva, al metodo di raccolta “porta a porta” che viene gestito dalla ditta Ideal Service di Udine. Un dato che sembra dare ragione a questa tipologia di raccolta, visto che i comuni di Massa e Carrara, che hanno attivato il “porta a porta” su tutto il territorio comunale solo nel settembre 2016, hanno le percentuali più basse di tutta la provincia. Ed infatti la media complessiva di raccolta differenziata della Lunigiana (68,95%) è sensibilmente più alto della media provinciale. Ovviamente è sbagliato presentare il porta a porta come la soluzione al problema dei rifiuti, perché la raccolta domiciliare non è un fine ideologico assoluto, ma un mezzo per differenziare. Vero è che dove è stata applicata (da Nord a Sud) in pratica ha sempre funzionato e sicuramente allontana dalle città le immagini poco edificanti dei cassonetti straripanti, di rifiuti abbandonati nelle loro vicinanze, per non parlare di ciò che si trovava dentro ai cassonetti stessi, rifiuti impropri compresi. Comunque il fatto che il “porta a porta” non sia un dogma lo dimostra in parte il caso di Pontremoli, unico comune lunigianese con un sistema misto (solo la plastica ha la raccolta domiciliare) che ha ottenuto una percentuale di raccolta del 68,06%, solo lievemente inferiore alla media lunigianese e comunque decisamente migliore rispetto a quella provinciale. Noi restiamo convinti che se si vuole fare l’ulteriore scatto in avanti bisognerebbe pensare al “porta a porta”, almeno nel capoluogo; comunque, visto che si veniva da anni con percentuali sotto il 30%, nel complesso non ci si può davvero lamentare.
Andando poi ad analizzare i numeri, la palma di comune più “riciclone” se la aggiudica Filattiera (avvantaggiato, se vogliamo, per avere intrapreso il percorso del “porta a porta” già da qualche anno) con un percentuale del 73,78%. Oltre al comune della Pieve di Sorano, altri due enti hanno superato quota 70: Villafranca (70,81) ed Aulla (70,13), mentre sfiorano l’asticella Tresana (69,97) e Fosdinovo (69,81). Nella zona bassa della classifica, oltre ai già citati comuni di Costa troviamo Zeri (60,95) e Comano (61,23), unici comuni della Lunigiana sotto quota 65%.

Ma questi buoni dati portano a qualcosa di concreto? Questo si chiede il sindaco di Tresana, Matteo Mastrini, che sottolinea come “alla raccolta differenziata debba corrispondere un risultato non solo ecologico, ma anche economico”. E invece, almeno nel suo comune, “i risparmi in bolletta sono zero”. Sicuramente i costi del “porta a porta” sono superiori a quelli della raccolta nei cassonetti ma c’è, purtroppo, anche un’altra triste risposta: l’inciviltà di pochi che viene pagata da tutti. Infatti, l’abbandono di un sacchetto o di un rifiuto ingombrante (oltre al gesto incivile di chi sporca un territorio che è la casa comune) diventa poi oneroso per tutti, sia a causa del maggior carico di lavoro degli operatori ambientali, che per i costi di cui si deve sobbarcare la società che gestisce i rifiuti e tutte le fasi del loro ciclo integrato. Si tratta, in sostanza, di soldi che andranno a gravare sullo smaltimento dei rifiuti e, di conseguenza, sulle tasche dei cittadini. Spese che dovranno necessariamente essere coperte anche da chi effettua correttamente la raccolta differenziata. Un dato preoccupante, quello dell’abbandono dei rifiuti, che chiunque transiti nelle vie montane può tranquillamente constatare (e scandalosa è la situazione in cui versa il tratto della Statale della Cisa tra Villafranca ed Aulla), come sottolinea anche il primo cittadino del comune più virtuoso, Annalisa Folloni: “È sicuramente un fenomeno contro cui bisogna combattere senza cedimenti. Ed il buon dato della differenziata non ci deve far abbassare la guardia”. Oltretutto, ricorda il sindaco di Filattiera, sul sito web dell’Idealservice c’è a disposizione il “riciclabolario” ovvero un vocabolario in cui, in ordine alfabetico, per ogni oggetto è indicata la sua giusta collocazione per il riciclo. Riccardo Sordi