Pochi hanno percorso le strade del mondo con la leggerezza di Madre Teresa e, nello stesso tempo, hanno lasciato una testimonianza così profonda. Sono appena passati venti anni dalla sua morte e la sua santità, già evidente per i molti che l’hanno conosciuta e per i moltissimi che l’hanno apprezzata, è stata riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa.
Sembra che la preghiera di Gesù: “Ti ringrazio, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai grandi e ai sapienti e le hai fatte conoscere ai piccoli” sia stata scritta per lei. Ha compreso perché ha saputo fare silenzio in sé, come fanno i piccoli.
Da ciò è nata la sua orazione trascritta nei foglietti da lei distribuiti quali suoi biglietti da visita: Il frutto del silenzio è la preghiera. Il frutto della preghiera è la fede. Il frutto della fede è l’amore. Il frutto dell’amore è il servizio. Il frutto del servizio è la pace. Si è attenuta a questi valori durante tutta la sua vita.
Tutto nasce dal fare il vuoto del silenzio in sé, per far si che la preghiera possa volare al cielo ed al cielo affidare la propria vita. Un episodio, a questo proposito, è illuminante.
Gli ordini da lei fondati: Missionari della carità, al femminile ed al maschile, sono cresciuti in maniera insperata in tutto il mondo. I suoi collaboratori ritengono che sia indispensabile un nuovo tipo di organizzazione.
Si decide di fare una riunione in un albergo di New York. Quando giunge, Madre Teresa si accorge che l’incontro comporta costi alti. Soprattutto comprende come, la organizzazione richiesta dai collaboratori, tolga tutto il progetto dalle mani di Dio e lo metta in mano di uomini. Sospende immediatamente la riunione e se ne torna a Calcutta indispettita e delusa.
Per meglio sottolineare questo importante aspetto vi è la testimonianza indiretta di un hindu, che si dichiarava poco religioso, ma che spesso aveva aiutato la “ma” nei suoi progetti. Non può non vedere la stupefacente mole di lavoro delle Missionarie della carità e di Madre Teresa e dei frutti che ne conseguono, tuttavia deve constatare come, tutte quelle volontarie, compresa la fondatrice, siano persone in nessun modo straordinarie. Non riesce a spiegarsi tutto questo.
La vocazione di Madre Teresa è nata grazie al suo cuore aperto e all’educazione della madre generosa nei confronti di tutti. Nel 1946 vede un uomo in fin di vita, abbandonato in mezzo alla strada. Madre Teresa decide di dargli un fine di vita dignitoso. Da quel momento, molti sono stati gli uomini e donne raccolti, curati, consolati senza distinzione di razza religione o casta.
Tutto ciò che le veniva riconosciuto o donato era trasformato in beni necessari ai suoi poveri. Li ha amati, ha sempre vissuto come loro ed ha avuto un sorriso per chiunque incontrasse.
Pier Angelo Sordi